Questa è la bozza di e-mail che ho preparato, basandomi su quanto scritto da dark-lestat su mtb-forum.it.
Alla cortese attenzione di: Vasco Errani.
OGGETTO: Proposta di Modifica PROGETTO DI LEGGE DEI CONSIGLIERI PALMA COSTI, GABRIELE FERRARI, MARCO MONARI, MONICA DONINI, GABRIELLA MEO, FRANCO GRILLINI, GIUSEPPE PARUOLO, MARCO BARBIERI:
“RETE ESCURSIONISTICA DELL’EMILIA ROMAGNA E VALORIZZAZIONE DELLE ATTIVITA’ ESCURSIONISTICHE”
Egregio Dott. Errani, in relazione al progetto di Legge in oggetto vorrei, come privato cittadino ed appassionato di enduro, porre alcune mie considerazione alla Vostra attenzione ed oppormi ad alcune prese di posizione da me non condivise:
-L’ Art.3 prevede che la REER sia composta da strade carrarecce, mulattiere, tratturi, sentieri e piste. Mi chiedo come, eccezion fatta per i sentieri, sia possibile che questi interventi antropici di chiara derivazione motorizzata divengano esclusivo patrimonio del mondo dell’escursionismo. Ovvero, se sono stati creati tramite l’ausilio di motori e vengono chiaramente tenuti efficienti da motori, mi sembra abbastanza ipocrita pensare di chiudere completamente il traffico ai motori senza prevedere in tutta la proposta di legge uno spazio per questi strumenti umani.
-Al comma 1 dell’Art. 5 i percorsi escursionistici sono considerati di interesse pubblico in base a funzioni e peculiarità che non sono proprie del solo escursionismo. Bisogna evitare che nella fruizione del territorio l’escursionista sia unico e privilegiato rispetto agli altri.
-Al comma 3 dell’ Art.6 si propone di recepire integralmente la base dati “sentieri”, ed ancora una volta si tende a trascurare il fatto che purtroppo ogni strada, sentiero, pista, o percorso sul quale il C.A.I. (Club Alpino Italiano) abbia apposto i propri “colori” viene automaticamente inteso come sentiero quindi un giorno sarà sentiero facente parte della REER, di conseguenza andrà da se che non si potrà più percorrerle con alcun mezzo motorizzato e temo con gravi limitazioni anche per biciclette e cavalli.
- Al comma 3b dell’Art. 7 si parla di strumenti finanziari come “quelli previsti dalla programmazione comunitaria e destinati ad aziende agricole ed agricoltori” quando è più che risaputo che i contributi comunitari destinati all’agricoltura vengono richiesti soltanto dalle aziende agricole più grosse ed organizzate, essendo, per il singolo piccolo agricoltore, troppo oneroso procurarsi le certificazioni e gli altri documenti necessari per poter richiedere il contributo.
-Ai comma 2a , 2d, 2f, dell’Art.10 si insiste sulla necessità ed importanza di sviluppare, favorire e sostenere, la pratica sportiva e la vita all’aria aperta oltre alla fruizione turistica del territorio. Ritengo che una simile proposta di Legge dovesse prima essere discussa con i privati e le associazioni. Ritengo superficiale il comportamento adottato da parte dei promotori di questa proposta di Legge che non ci sia stato un avvicinamento a tutte le componenti presenti sui territori nell’ottica di una più proficua collaborazione ed una maggiore conoscenza delle varie realtà. Mi chiedo se sia giusto questo movimento unilaterale della politica anche regionale.
-Al comma 1c dell’Art 11 si proibisce di segnalare in maniera difforme dalla REER i percorsi che NON le appartengono! Perché mai un percorso non “accatastato” come REER deve comunque avere le segnalazioni identiche? Solo perché così possa essere indotto in errore un numero maggiore di ignari usufruitori?
-Al comma 1d dell’Art.11 si esacerba iperbolicamente la pericolosità di sport che nella nostra regione NON SONO INCENTIVATI nonostante il territorio permetterebbe la creazione di un vero e proprio mercato? Si punta SEMPRE E SOLO l’attenzione di un ipotetico lettore sul rischio che bikers scatenati e ciechi, o motociclisti, si lancino a tutta velocità contro malaugurati amanti della natura usciti per la ristoratrice passeggiatina domenicale? Chiedo a questo punto che siano presentati gli episodi di cronaca nei quali downhiller, ma anche enduristi o trialisti, hanno investito e lesionato escursionisti nel territorio Regionale. Inoltre vorrei anche sapere come si possa per contro incentivare così spasmodicamente il solo l’escursionismo con tutti i feriti e morti che anche questo produce, penso a passeggiatori finiti nei crepacci, penso ad alpinisti più o meno esperti morti o dispersi per colpa del cattivo tempo. Perché si parla dei rischi derivanti dal mondo della mountainbike, e di conseguenza anche dei mezzi motorizzati, tralasciando i rischi che nel nostro Appennino, anche per semplici malesseri, colpiscono anche gli escursionisti senza concorso di nessun’altro? In questo modo si ottiene esclusivamente il controproducente effetto di circondare queste pratiche con un alone di pericolosità e negativismo. Alla luce di questa obiezione il comma 2 dell’Art. 10 suona canzonatorio! A proposito di chi crea pericolo per chi nell’uso del territorio, in relazione al godimento del proprio svago naturalistico od attività sportiva, ci tengo a renderVi noto che proprio nel territorio della nostra bella Regione purtroppo troppo spesso escursionisti posizionano vere e proprie trappole per impedire l’uso degli stessi spazi ad altri sportivi.
Sto parlando di episodi molto gravi come bastoni o tronchi posizionati nelle discese impegnative, rami tagliati ad altezza volto, cavi o fili tirati in mezzo al sentiero proprio ad altezza casco… Spesso le voci che correlano questi bei gesti dei tanto incensati escursionisti sono :”Perché loro non hanno testa, sono pericolosi, rischiano di investirci, di far male a qualcuno, anziani o bambini”.
Di pedoni investiti da ciclisti, motociclisti o fuoristradisti sui nostri sentieri quanti ce ne sono stati?
Invece sono ben noti i tristi fatti di cronaca riguardanti motociclisti decapitati o infortunati causa cavi sospesi ad altezza uomo e ciclisti caduti, e rimasti contusi o feriti, causa tronchi, rami o fil di ferro posizionati lungo i percorsi. Come dimenticare il triste caso di M. Badiali, endurista morto nel Modenese a causa di un cavo d’acciaio, tirato di traverso su una carrareccia, ad altezza collo?
-Comma 1e Art.11 mi voglio augurare che qualora questa proposta di legge passasse, CON LE DOVUTE MODIFICHE ED ATTENZIONI alle questioni fino ad ora sollevate, ci sarà una VERA attenzione verso chi valorizza il territorio e molto lavora e bene lavora per il benessere ecologico e per la fioritura del turismo, di ogni tipo di turismo. Perciò stando a quanto si dice al comma 2 e 3 dell’Art.10 mi aspetto massima collaborazione da parte dei soggetti che hanno presentato la proposta di legge, anche qualora questa non venisse approvata. Poichè questi articoli dovrebbero essere rappresentativi di un AUTENTICO interesse IDEOLOGICO e FILOSOFICO, e non meramente POLITICO, per il benessere NATURALISTICO, TURISTICO E PAESAGGISTICO della nostra Regione.
-Con l’Art.12 al comma 2 per un istante ho seriamente pensato che le cifre fossero volutamente alte per poter esser ritrattate successivamente in sede di discussione perché chiaramente reputo abbastanza strano che un ragazzo che faccia downhill, con tutte le accortezze del caso, giù dal Cusna incappando in una guardia che magari ha avuto una “giornata no” possa rischiare 1/3 del massimo dell’ammenda amministrativa ovvero 333,33 euro di multa solo per la colpa di essere in bicicletta in una bella giornata nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. Ritengo altresì spropositate le sanzioni teorizzate per il transito di mezzi a motore. Ma come pensate che un’appassionato possa permettersi di pagare tali sanzioni con tutto quello che già c’è da dover pagare per il semplice possesso di un veicolo? Volete stroncare un fenomeno sportivo e sociale quale è il mondo dell’OFFROAD senza preoccuparvi troppo dei danni che ne potrebbero derivare?
Parte dei sentieri, delle carraie, delle vecchie strade forestali e delle mulattiere sono mantenute in stato di efficienza proprio dal mondo del fuoristrada a 2 o 4 ruote, e mentre c’era chi dormiva allegramente e solo ora ipotizza, fra le tante cose, anche la necessaria manutenzione dell’ampia rete sentieristica, da decenni gli appassionati provvedono personalmente alla manutenzione degli spazi da loro utilizzati. Tutta questa gente in futuro rischia addirittura di essere sanzionata?
E’ ingiusto pensare di vietare totalmente l’uso ed il passaggio di questi mezzi senza prevedere mai ed in nessun luogo spazi per chi, oltre agli escursionisti, ha il diritto di godere dei propri interessi. Iniziamo a parlare di pari possibilità e di opportunità di sviluppo anche per altri sport, oltre all’escursionismo a piedi che rimane comunque da tutelare e promuovere. Lo sviluppo sportivo e territoriale deve essere plurimo e deve tutelare gli interessi di tutti.
ESIGO LUNGIMIRANZA, ESIGO RISPETTO! ESIGO SOPRATTUTTO, quale cittadino di questa Regione, CHE I MIEI TERRITORI, LE MIE COLLINE, LE MIE MONTAGNE INIZINO AD ESSERE CELEBRATE PER QUELLO CHE REALMENTE SONO E SFRUTTATE PER LE POSSIBILITA’ CHE OFFRONO. Basta per favore con le ristrettezze mentali.
Con che coraggio si parla al comma 2 dell’Art. 10 di fruizione turistica e ricreativa in un ottica dello sviluppo del turismo se ai comuni collinari e montani togliamo l’importantissima fetta del mondo OFFROAD dal quale vengono tutti quei conoscitori del territorio appenninico, che fanno la ricchezza e la sopravvivenza di agriturismi, trattorie, ristoranti e bar? Con che cuore il proprietario di una di queste attività potrà avvicinarsi alle autorità regionali dopo che da esse sarà giunto il provvedimento che non tutela i suoi interessi ma li limita? Credo davvero che al di là della retorica sia interesse di tutti riconsiderare questa proposta di legge ed inserire e prevedere all’interno della stessa gli spazi per trattare il futuro di quei mondi che sarebbero fortemente colpiti da una legge come questa.
Mi chiedo altresì come i negozianti di veicoli fuoristrada siano essi a propulsione umana o meccanica, commercianti di parti di ricambio, abbigliamento e gadget, officine specializzate e preparatori potranno continuare a ritagliarsi il proprio spazio in un mercato già difficile soprattutto in questo paese, ed ancor più in questo periodo, se vengono a mancare gli spazi per l’attuazione di questi sport… A fronte di sanzioni così pesanti come potranno anche i più temerari appassionati sportivi sperare di continuare a vivere la propria passione serenamente? Penso che queste tematiche forse trascendono il senso di questa proposta di Legge, ma ne saranno certamente influenzate.
Voglio chiudere con una breve dissertazione personale di puro carattere speculativo ma indubbio valore filosofico su quelli che forse erroneamente vengono definiti sport estremi:
Lo sport indipendentemente dalla sua natura ha sempre avuto una grande importanza nell’area mediterranea dell’Europa, poi storicamente si è diffuso nel resto del mondo. Lo sport è contemporaneamente esercizio di corpo e mente e contribuisce quindi direttamente al benessere psicofisico dell’individuo mantenendo in buono stato di efficienza tanto il ‘sistema corpo umano’ quanto la mente intesa non solo come S.N.C,. ma come psiche. Oggigiorno forse più che in passato l’attività fisica ha raggiunto una importanza fondamentale ed anche a livello accademico non si è ancora riusciti a stabilire se il beneficio maggiore sia a livello corporeo o psichico. Le pratiche sportive non sono più solo un buon esercizio ed un vivere virtuoso ma una necessaria fonte di rielaborazione e spesa del tanto stress che si accumula inevitabilmente a livello lavorativo, personale e sociale. Lo sport si configura quindi anche come canale per sfogare lo stress correlato con il lavoro, o di derivazione sociale, che si accumula sotto forma di aggressività o tensione relazionale. Esistono poi sport che per loro essenza prevedono un forte connubio con la natura e non voglio credere che questo dipenda esclusivamente dal fatto che si possano svolgere solo outdoor. La motivazione credo che risieda nella personalità di chi sceglie questi sport, tutte persone un poco “estreme”, persone che per stare bene necessitano di luoghi ampi, aperti, selvaggi, anche sconosciuti se vogliamo.
Nell’arrampicata sportiva, nel mondo della mtb, anche estrema come la downhill o del semplice escursionismo ciclistico, nel mondo dello skyrunning , dell’enduro/trial, del fuoristrada e del trekking c’è molto di più che una semplice necessità di fare del moto. C’è la voglia di godere la natura, di sentirsi liberi, di ammirare le ineguagliabili bellezze di Madre Natura e magari di farlo con qualche buon amico. Si potrebbero dipingere quadri con amici su di un crinale, le moto da enduro ferme contro il tramonto, i caschi poggiati su di un sasso ed i sorrisi volti al cielo. Si potrebbero scrivere libri interi con il numero di trialisti che raccolgono le cartine delle merendine lasciate dagli escursionisti… Ma a me non interessa tutto questo, io preferisco farvi riflettere sul fatto che questi sport, che per molti che non hanno la fortuna di poterli provare sembrano estremi, in realtà sono solo la manifestazione dell’umano bisogno e piacere di vivere il mondo, la natura, la compagnia e la fratellanza, l’avventura e l’esplorazione, la passione per il poter gustare ciò che di più bello e sano c’è a questo mondo…
Credo che nella nostra Regione ci sia spazio a sufficienza per tutti, credo che nel 2013 ci siano le risorse e le tecnologie per creare benessere per tutti pur rispettando e tutelando l’ambiente e la natura. Credo che ci sia la voglia da parte di privati od associazioni volenterose di muoversi nel senso di un accordo comune e questa lettera ne è la prova.
Chiudo con una provocazione: C’è la voglia delle autorità di risolvere davvero i problemi (regolarizzare ad esempio gli sport a motore invece di abolirli in sordina, incentivare davvero il mondo della mtb invece di auspicarne lo sviluppo in un capoverso e segnarne già i confini nel seguente) e le questioni tutelando gli interessi ed i diritti di ciascuno o c’è solo il desiderio di mostrare che si è a favore di una apparente tutela ambientale che con divieti e sanzioni chiude la trattazione invece di intavolare soluzioni efficaci? Ed ancora abbiamo più interesse a collaborare con i giovani ed a promuovere quelle attività sane che possono avere tanta presa su di loro come gli “sport estremi” (quando praticati con “intelligenza”) o vogliamo solo arrivare a vietare tutto ovunque, chiudere ogni strada, ogni bosco, piazzare controlli ovunque, imporre normative solo apparentemente sensate e far morire l’Avventura per lasciare come unica via di fuga, relax e divertimento solo ALCOOL, DROGHE E DISCOTECHE? Perché purtroppo credo che questa drammatica eventualità non sia più così distante se il meglio delle proposte regionali e l’attenzione alla diversificazione degli interessi è tutta quella mostrata in questa proposta di Legge…
Resto ovviamente disponibile ed al servizio delle autorità regionali e provinciali competenti per intraprendere un lavoro comune volto a migliorare realmente le condizioni sportivo-turistiche del nostro bellissimo Appennino ed incentivare lo sport e la vita all’aria aperta nel nostro magnifico territorio regionale. Sono disposto a mettere a disposizione le mie capacità, abilità e conoscenze al fine di far di questa proposta di Legge un lavoro esemplare e più mirato ad una veduta maggiormente ampia dello sport in collina e montagna. Spero che la mia esperienza per quanto ristretta e personale, possa essere utile a far risplendere il nostro paesaggio e brillare le tante opportunità che avremmo da sfruttare.
Cordialmente
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Chiedo ad un ristretto numero di "saggi" un parere su quanto scritto, l'originale della e-mail di dark-lestat è possibile leggerlo sull'apposita discussione in
mtb-forum.it, e cioè:
RINO74
BRISCOLMAN
MACELLO59
CATALIN CAMMELLO
CISCOTHEHELLSPAWN
TROKATERO
BAGALO
GIANFY14
GIò3BB
e chiunque altro abbia QUALCOSA DI INTELLIGENTE da dire, per le boiate ci sono altre discussioni, grazie.