E' molto che non scrivo e vi "leggo" sempre meno.... per cui non so se vi può far piacere o no. Magari a qualcuno di voi può far venire la voglia di prendere su la moto e uscire anche solo a fare pochi km..... oppure di spingersi un pochino più in là. Se non interessa cancellate pure.
Ciauz DiegoI percorsi sono pronti da un bel po’, visto che ho cominciato a disegnarli nella mia testa sulla via del ritorno dal Mali 3 anni fa, sui lunghi rettilinei che da NKC salgono fino a Tan Tan. Lì di spazio e tempo per sognare ce n’è parecchio. Nel corso di questi anni li avrò cambiati non so quante volte… l’orientale è quella che desidero più di ogni altra cosa, ma le varie primavere arabe di volta in volta spengono le speranze di farla in sicurezza, l’occidentale invece fino a Bamako son 6000 già fatti…. e da lì in poi è tutta equatoriale, con i due Congo non proprio facili. Amici che son passati col 4x4 mi avevano invitato ad unirmi a loro, ma l’idea di accodarmi alle loro auto e ai loro tempi l’ho scartata a priori. Poi negli ultimi mesi ci ha pensato il virus Ebola ha togliermi ogni velleità su questa via e così sono tornato all’idea originale dell’orientale…. Non sarà da Cap Bizerte, pazienza, giro largo da Turchia, Cipro, Israele, Giordania e finalmente Egitto. Sembra che ci vadano già altri 4 motociclisti con dei 1200. Si può fare. Peccato che quando ne parlo in famiglia però, oltre che Franca, mi ritrovo anche i ragazzi, ormai più che “vintini” come direbbe Camilleri, a essere preoccupati e fermamente decisi a dissuadermi: “Alcune zone sono ancora pericolose…. sei da solo…..” e via dicendo. “Ok, se il viaggio deve essere per voi motivo di apprensione, aspetterò un altro anno…. tanto mica scappa la Transafrica fino a Cap Agulhas.” Allora vado a farmi un giretto corto. Apro la 741 per l’ennesima volta e sconsolato rimpiango le tante zone che fino a pochi anni fa si potevano percorrere con tranquillità…. Non resta molto ormai e togliendo le parti in giallo impraticabili da solo senza appoggio mi cade l’occhio sull’Adrar e il Tagant. Mauritania. Quando ci son passato ho visto poco o niente e mi è rimasta la voglia di vedere qualcosa di più. Sarà anche l’occasione per provare la Fotty e vedere se è la degna erede di Trity.
Stavolta meno strada possibile, almeno a scendere, voglio farmi anche un po’ di deserto del Western Sahara. Una settimana e pianifico il viaggio. Nel frattempo sento Luca di Bambini nel Deserto e gli chiedo se strada facendo posso essere utile: ricordavo di un orfanotrofio che seguivano a Guelmin. Il progetto però è chiuso da alcuni mesi e gli altri in corso son fuori itinerario. Un’idea allora ce l’avrei io: la espongo a Luca che approva all’istante, d’altronde BnD è nata così…..
Un grazie di cuore a:
- Fabio, per il “sostegno” tecnico datomi, prima o poi riusciremo a farci un po’ di piste insieme…..
- Sergio, la tua sensibilità e la tua generosità non hanno eguali, è un onore averti come amico….
- Emanuele, una piacevole sorpresa regalatami da questo viaggio. E’ sempre più difficile trovare persone con le stesse “affinità elettive” e tu sei una di queste per me. Come promesso a presto per un po’ di enduro nostrano e per quel progetto di cui ti ho parlato….
P.S. Per questo viaggio mi sono regalato una maschera con videocamera. Trovo i video girati in moto, di una noia mortale….inquadrature fisse…. km. e km. di curve sempre uguali e alla fine dopo 2 minuti cambio canale. Spesso però la macchina fotografica non riesce a rendere appieno la vastità e bellezza di alcuni panorami, così come i diversi fondi che si possono trovare in un viaggio come questo. Perciò ogni tanto vi tedierò con qualche piccolo cameo, per farvi vivere in prima persona la “guida in fuoristrada” o per farvi assaporare luoghi remoti in cui magari vi piacerebbe andare, o anche solo l’incontro con persone che difficilmente avrei fotografato per pudore o divieti. Non sono ancora “imparato” in montaggi, dissoluzioni e aggiunta di colonne sonore, sono troppo “digitalmente” arretrato e non ho i mezzi adatti per farlo. Prendeteli così come sono, diciamo un qualcosina in più oltre alle parole e alle foto. Quelli più lunghi, meritano per il protrarsi di scene carine oppure perché in un taglia e incolla elementare ho riassunto una giornata.
1° giorno: Asilah – Chichaoua 600 km.Il viaggio in traghetto è stato piacevole: per caso 15 giorni prima di partire ho scoperto che anche Fabio sarebbe sceso con lo stesso che avevo prenotato io…. ci siamo conosciuti giusto 3 anni fa sulla stessa tratta, io andavo in Mali e lui in giro per il Marocco. Il caso ha voluto che ci ritrovassimo ancora qui, questa volta per lui tratta corta visto che scende a Barcellona per farsi un giro stradale in Spagna, Portogallo e Francia. Niente TT con assetto desertico ma una gloriosa 100 nero/gialla luccicante per lui.
Neanche il tempo di farci una birra e fumarci un sigaro di buon augurio che facciamo la conoscenza di Emanuele. Viaggia anche lui con un 800 ed ha intenzione di rifarsi un giro in Marocco. Endurista e viaggiatore da 40 anni, ci racconta dei suoi girelli vari, tra cui un Parma-Giappone fatto alcuni anni fa in sella ad una Yamaha Tenerè 660. 21000 km in due mesi attraverso Europa e Asia…..’sticazzi… alla faccia del girello.
Quando gli parlo della mia idea di scendere in Mauritania, alla scoperta del fatto che il visto si può fare in frontiera, gli si illuminano gli occhi e l’idea di poter arrivare fino a Dakar balena nella sua testa. Per questo gli chiedo se vuol fare un po’ di strada insieme a me, fino al confine ci si fa compagnia, poi ognuno per la sua. Accetta volentieri e in dieci minuti carico il suo 62 delle mappe e delle tracce che ho preparato.
Salutato Fabio a Barcellona, conosciamo anche Stefano e Giulio che scendono per la prima volta in Marocco e a cui diamo alcune indicazioni sui percorsi che potrebbero fare, e in ultimo Enrico, un ragazzo genovese pimpante che in sella al suo 1150 ADV si farà un giretto di una settimana, giusto per cominciare a conoscere questo meraviglioso paese.
Una volta sbarcati, loro tre vanno a Tangeri, Emanuele ha già una camera prenotata vicino a Ceuta ed io invece mi dirigo ad Asilah, dove aspetterò l’indomani mattina che Emanuele mi raggiunga per cominciare la discesa verso sud.
Cielo terso, aria fredda che tira dall’Atlantico. Dopo colazione aspetto Lele fuori del casello fumandomi un paio di sigarette.
Arriva con una mezzora di ritardo circa sull’orario fissato: in una curva sulla nazionale è passato su una delle tante scie di gasolio lasciate dagli sgangherati camion marocchini e il risulto è stata una lunga scivolata, fortunatamente senza grossi danni. La borsa destra si è graffiata nell’angolo basso e la sua mano sinistra porta le tracce di qualche escoriazione. Giusto ieri lo prendevo in giro per il completo nuovo di pacca che aveva addosso, lindo ed immacolato. Ora orgoglioso mi mostra le piccole abrasioni sul tessuto di una manica: “Hai visto? Te l’avevo detto che non sarebbe durata molto…” mi fa sorridente.
Entriamo quindi in autostrada, ci aspetta una giornata noiosa di asfalto. Per non consumare inutilmente i tasselli ci mettiamo fissi ai 110, una pausa ogni 150/200 km. per un sigaretta ed un caffè. Durante una di queste mi accorgo che il calore prodotto dallo scarico della moto finisce direttamente sul copertone anteriore di ricambio che mi son portato. Andiamo bene… siamo solo al primo giorno e lui ha rimediato una scivolata, mentre io sto letteralmente cuocendo a fuoco lento uno Scorpion Rally nuovo. Visto che non vogliamo farci mancare nulla, arrivati nel tardo pomeriggio a Chichaoua cerchiamo un fabbro per rinforzare il suo cavalletto laterale che Lele aveva “eccessivamente” alleggerito forandolo lungo tutta la sua lunghezza.
Fatta la saldatura andiamo a passare la notte nel Motel della stazione Petrom, sulla nazionale verso Agadir. Camere pulitissime, doccia bollente, WiFi free velocissimo, gustosa cena per camionisti…. Il tutto per 180 dirham.
Trattiamo bene finché si può!
2° giorno: Chichaoua – Assa 475 km.Il profumo del pane cotto sulla piastra fuori dal bar/ristorante dalla cuoca è delizioso. Nel freddo che ci circonda tenere tra le mani qualcosa di caldo e fragrante ti mette di buon umore. Riempiamo con nutella e marmellata una delle grosse ciabatte rotonde a testa e accompagniamo con un cafè au lait per me e un cafè noir per Lele.
Stamattina non c’è neanche una nuvola a pagarla oro. Ci aspettano i valichi dell’alto Atlante occidentale, la discesa fino ad Agadir e poi di nuovo le montagne dell’anti Atlante. Ieri sera ci siamo fermati prima per evitare temperature troppo rigide e mai scelta fu più azzeccata. All’inizio ci mettiamo in sella con 6/7 gradi, ma nel giro di pochi minuti salendo velocemente di quota, la temperatura scende fino a 3 gradi per almeno un centinaio di km. Dopo un’ora siamo completamente intirizziti, abbiamo addosso più o meno tutta la roba pesante che ci siam portati, anche solo vedere le cime innevate a km. di distanza fa venir freddo. Per cui la prima sosta caffè-sigaretta arriva con largo anticipo sulla tabella di marcia.
Iniziata la discesa la situazione migliora in un baleno. Siamo sul versante sud esposto ormai al sole da qualche ora e l’isola di calore di Agadir ci accoglie con i suoi 17 gradi. Con calma iniziamo a togliere i vari strati a cipolla sotto le giacche e, prima di affrontare la N1 battutissima da camion e pick-up fino a Guelmin, ci concediamo un tè alla menta.
Arrivati in città Lele fa scorta di dirham mentre io faccio qualche spesa per conto di un amico in un souk. Da qui in avanti non c’è altro che Assa, ultima, piccolissima e povera cittadina prima del Western Sahara. La ricordo veramente misera. In compenso la R103 per arrivarci è suggestiva e per parecchi km. ci divertiamo sulle curve baciati dal sole e da una temperatura finalmente attorno ai 20 gradi.
All’entrata la Gendarmerie ci accoglie calorosamente e ci fa capire che da qui inizia la giostra delle fiches.
VideoRiempite taniche e serbatoi non ci resta che avviarci al Nidaros, l’unico hotel della città.
C’ero già stato due anni fa con le ragazze…. d’altronde così fan tutti perché da qui parte la pista “Rally Paris Dakar”. Il nome gliel’ha dato Gandini, quando l’ha mappata e riportata in uno dei tre libri che costituiscono la bibbia per il fuoristrada nordafricano. Il perché?…. Beh ve lo lascio immaginare.
Domani si va per sassi.
Edited by FagòtGs - 30/1/2015, 17:11