| Siccome anche io, come l'amico di Rino, ho delle paturnie simili ultimamente decido che ho bisogno di un momento di solitudine.
Complice la famiglia fuori casa da venerdì a domenica comincio a meditare: esco in moto, no... devo star lì a mettere a posto la leva del cambio, la miscela è vecchia di sei mesi, devo andare a prendere il carrello, poi fa un caldo suino...
Na.
Ho bsogno di montagna, ho bisogno di vedere le Dolomiti.
Il meteo butta male, cambia di giorno in giorno. Alla fine decido di prenotare lo stesso. Giovedì sera la roba è pronta per essere caricata, venerdì pomeriggio ore 16:45 entro al casello di Casalecchio armato di tutto il necessario: bici e attrezzatura in doppoia configurazione, XC e DH (che poi cambiano i pedali e le scarpe....).
In tre ore sono a Pozza di Fassa.
Ceno, da solo. Mi fa strano, non ci sono abituato almeno non fuori di casa. Dormire da solo è altro, ma cenare in albergo in solitudine mi stranisce.
Mi consolo con un teroldego riserva e dopo cena con una grappetta al'unico bar aperto.
La mattina dopo apro la tenda e mi aspetto di vedere passare Noè con tutti gli animali sull'arca. Orco zio... Ci doveva pure essere la Sellaronda nel weekend...
Colazione leggere, mi tuffo in piscina: tre quarti d'ora di nuoto, un quarto d'ora di sauna. Nel mentre smette di piovere.
Prendo la bici al volo e via: giro XC/AM su per val san Nicolò, poi sul Buffaure verso Malga Jumela. Una fatica immonda tra la malga e la sella, ma c'eravamo io, le mucche e le marmotte; dietro di me il Catinaccio che si apre nella cornice della valle. Supendo, è quello che cercavo: solitudine, fatica, paesaggio.
Rientro al pomeriggio tardo e scopro la bazza di avere l'hotel con piscina e sauna: una manna per scaricare le gambedopo 30km di fatica pesa.
Oggi la giornata parte col sole e quindi vado a smontare i pedali rapidi per mettere i flat. Mi manca la brugola abbbastanza lunga. Vabbè, al park ci sarà qualcuno no?!
Arrivo e sembra di essere in pista da cross: son tutti superattrezzati.
La scena è la stessa di quando andavo a Lugo col DRZ, tutti i "doppia piastra" che mi guardano con occhi che dicono "scendi con quella?" e la rispoota è la stessa del DRZ "questa ho e questa uso".
Il ragazzo di FassaBike, presidente delle guide mtb della valle, mi dà due dritte.
Provo la DH: il primo giro è tragico, mi fermo a bordo percorso non so quante volte. I sassi smossi non li digerisco proprio e i tratti verticalissimi mi riempiono la braga di cacca. Con pazienza, e fatica, si supera tutto.
Alla seconda salita provo il FR: fantastico! l prima parte e a zetoni strettissimi che se non sai fare il nose press ti tocca di fermarti e girare la bici a mano, poi si apre nel bosco e lì godi!
Terzo giro di nuovo DH: eh... stavolta si vede la differenza. Non scendevo nemmeno un decimo del resto del mondo ma dove prima mi fermavo ora la lascio andare.
Le dita cuociono sempre i freni, non c'è verso.
In un tratto easy mi decido a lasciarla andare. Swissss... Spè, cos'è que... SWOMP! STUD! salto traditore. Ma porc... STUCK sassone appuntito, ecco adesso muoio, SDENG, svirgola ma sta lì, OUCH! Cacchio ma quando mi convincerò che se la lasci andare non cadi?! Conta dei danni ridotta a un dito rincagnato, roba da niente.
Arrivo stremato, ho le vesciche scoppiate nelle mani. L'impianto chiude per pranzo e anche io.
Avrei il giornaliero e potrei farmi un altro giro alle 14, ma non posso reggere.
Vado da Michele a frmi wurstel, crauti e spina media.
Prearo le valige, asetto che riapra la piscina, nuotata distensiva, sauna, baci e abbracci e si torna a casa.
Un fine settimana fuori dal mondo, coi miei ritmi, in una Val di Fassa ancora deserta.
Ci voleva.
Per dio se ci voleva...
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